PCI: Sul servizio idrico gravi responsabilità e inefficienze.


Da molto tempo i cittadini di tutta la Versilia e non solo protestano, secondo noi giustamente, per il servizio fornito dal gestore della rete idrica GAIA.
Molti sono stati e sono i problemi oggetto delle proteste: dal tallio presente nelle tubature a Pietrasanta, alla qualità dell’acqua e l’idoneità al consumo umano.
Per esempio in alcune frazioni di Massarosa e Camaiore, ma anche in qualche caso a Pietrasanta, dai rubinetti esce acqua torbida con forti concentrazioni di ferro.
L’ASL sostiene che l’acqua si può bere perché non ci sono immediati rischi per la salute. In altri termini se l’uso è prolungato i rischi ci sono, eccome!
Diverse attività familiari e commerciali sono state costrette a munirsi di depuratori per limitare i danni agli elettrodomestici ed agli impianti.
Di fronte a tutto questo vi sono certamente alcune considerazioni da fare:
1) Il gestore GAIA è a conoscenza del problema almeno dal 2009 e non ha mai provveduto, fino ad oggi (quindi vecchi e nuovo presidente e relativi membri), a predisporre un piano di investimenti in grado di risolvere in maniera efficace e definitiva i problemi patiti dalla popolazione. In definitiva si sono persi inutilmente almeno sei anni senza affrontare il problema. In compenso ha continuato a riscuotere le bollette (sempre più care) dai cittadini i quali hanno continuato ad avere come ritorno una gestione molto approssimativa e lacunosa della rete idrica;
2) GAIA, sebbene incapace di risolvere il problema, si è sempre rifiutata di concedere almeno uno sconto in bolletta agli utenti che sono interessati al problema, sconto che secondo noi è dovuto visto che il disagio esiste ed è noto a tutti gli interessati. Se il pretesto della mancata concessione è la inadeguatezza della carta dei servizi sarebbe stato sufficiente che GAIA accettasse di cambiarla!
3) Dal 1° gennaio 2012 le funzioni di programmazione, organizzazione e controllo del servizio idrico sono state demandate ai comuni toscani che esercitano le loro prerogative attraverso AIT (AUTORITA’ IDRICA TOSCANA) che è un ente pubblico.
Solo dopo la comunicazione dell’USL del giugno scorso (non dei comuni dove si erano presentati i problemi o di GAIA) che certificava i valori troppo alti di ferro nell’acqua, AIT ha provveduto ad indicare a GAIA la necessità di un piano di investimenti diluiti dal 2016 al 2020 per l’ammontare di alcuni milioni di euro. A noi, in estrema sintesi, risulta uno scenario nel quale in tanti anni su questa vicenda come su altre i dirigenti di GAIA non hanno fatto sicuramente gli interessi dei cittadini. Infatti, per quanto possa sembrare singolare l’affermazione di AIT che sostiene di non aver saputo nulla della vicenda fino alla comunicazione della USL del giugno scorso, visto però che oggi è AIT ad indicare il piano di investimenti a GAIA, esce rafforzata la nostra convinzione rispetto alla totale inadeguatezza di GAIA nel tutelare l’interesse pubblico. Di fronte a questo tristissimo intreccio coloro che ne hanno la possibilità traggano le opportune conclusioni e diano le dovute garanzie per un definitivo rimedio.
Un’ultima considerazione: la popolazione, con larghissima maggioranza, si era espressa, mediante il noto referendum, per ripublicizzare il servizio idrico. Non solo la volontà dei cittadini è stata tradita, ma l’acqua continua ad essere in mano a soggetti che si preoccupano solo di riscuotere le bollette lasciando la rete idrica colabrodo in preda all’incuria più assoluta.

Il coordinamento provinciale Lucca/Versilia del PCI

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