Oggi, 25 Aprile.


La pandemia è giovane e viene da lontano, i suoi effetti al contrario sono molto vicini e visibili.  Molto ha potuto e molto potrà ancora.
Potrà farci credere di essere migliori, per poi farci ritrovare peggiori di prima.
Potrà toglierci il lavoro e rendere più poveri i poveri. Ma soprattutto vorrà farci credere che sia proprio colpa di un nuovo virus.

Non è così. Il morbo è antico anche se oggi veste panni diversi. Camaleontico e multiforme si presenta oggi in questa veste, ma spuntano i piedi di capro; nonostante il doppio petto e le dissimulazioni è sempre lui, il fascismo.

Non certo quello che chiamò alle armi giovani disposti a morire per un pugno di libertà. Libertà che ci fu donata in modo eroico e che cerchiamo di onorare oggi, in un ricordo che davvero dovrebbe farci stringere in un grande abbraccio, seppure ideale.

Ciò non di meno è necessario oggi reinventarsi partigiani per difendere ciò che non sembra minacciato ma che ha già ipotecato l’oggi e il domani dei più deboli.

I comunisti hanno chiara la drammaticità di questo momento e mai come in quest’occasione, commossi di fronte all’eroismo di allora sentono il bisogno di riaffermane l’altissimo valore, mai come ora sono pronti a partecipare alla battaglia per affermare il diritto di vivere come donne e uomini liberi.

Paolo Annale

(Segreteria PCI – Federazione di Lucca e della Versilia)

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